Formiamo una nuova comunità di artefici
senza la distinzione di classe che alza un’arrogante barriera tra
artigianato e artista.
dal Manifesto della Bauhaus, 1919.
La scuola dell’architettura e dell’arte applicata che fu la Bauhaus, è inseparabile dalla condizione storica della Repubblica di Weimar e dalla fragile democrazia tedesca.
La Bauhaus, concepita come un piccolo ma completo organismo sociale mira a realizzare un’unità del metodo didattico e del sistema produttivo. È fondata su principi di collaborazione tra maestri e allievi che, per tutta la durata dei corsi vivevano all’interno della scuola e la loro cooperazione continuava anche nelle ore di riposo che venivano impiegate in letture, mostre, conferenze, audizioni musicali e gare sportive.
L’arte in questo modo doveva perdere ogni eccezionalità per confrontarsi nel normale ciclo di attività quotidiane.
La Bauhaus pone al centro dell’insegnamento e della ricerca il rapporto tra arte e prodotto industriale, studiando oggetti a qualsiasi scala, capaci di esprimere nella loro forma, la cultura figurativa del proprio tempo e di essere compatibili con le esigenze della produzione in serie.
L’unità delle scale di progettazione, “dal cucchiaio alla città“, è stato uno dei principi metodologici fondamentali affermati dalla Bauhaus: nell’organizzazione dello spazio il particolare è importante quanto l’insieme, il dettaglio architettonico è parte non a sé stante ma della struttura spaziale dell’edificio, l’edificio di quella della città, la città di quella del territorio e dunque il particolare va progettato nella consapevolezza culturale dell’insieme del quale fa parte.
La sede della Bauhaus progettata a Dessau da Walter Gropius esprime molto chiaramente la metodologia di progettazione: l’immobile è articolato in più parti, ciascuna destinata ad ospitare una delle funzioni della scuola: un corpo interamente vetrato è adibito ai laboratori e alle aule, uno sopraelevato con una finestra in lunghezza per gli uffici, uno più alto con dei balconcini per le residenze, un altro per gli ambienti di servizio. L’analisi funzionale porta a scomporre la funzione scolastica destinando appositi spazi a ciascuna attività e riaggregandoli poi sulla base di una composizione dinamica che evidenzia il funzionamento dell’edificio.
La tipologia non è più determinata a priori ma è il risultato di un metodo che privilegia gli aspetti funzionali come determinanti delle componenti tipologiche e formali.
La Nuova Oggettività, die neue Sachlichkeit, con il suo approccio non sentimentale alla natura della società, si sviluppa anche in ambito musicale.
In contrasto con la scadente proposta musicale che arriva alle masse attraverso la radio, essa coltiva l’ideale di una musica legata alla vita quotidiana, una “musica d’uso” (Gebrauchmusik) disponibile a tutti, adatta anche a esecutori dilettanti, e in grado di svolgere un ruolo educativo e sociale. Paul Hindemith (1895-1963) è uno degli interpreti di questa tendenza in cui il musicista, come l’ artista della Bauhaus, mette la sua arte a disposizione di un ascolto musicale di qualità per le masse. Hindemith si impone nell’ambiente della Bauhaus nel 1927 quando imprime questa svolta culturale con le musiche per organo meccanico e pianola per il Triadische Ballet di Schlemmer e con la collaborazione con Kurt Weill e Bertolt Brecht. In questa prospettiva Hindemith compone la musica di accompagnamento per alcuni film muti.
Contro la Bauhaus si coalizzarono fin da subito l’ambiente artistico ufficiale, l’artigianato conservatore e le destre nazionaliste che nel 1933 la sopprimeranno ufficialmente nella sua forma e nei suoi ideali democratici.
Grande grande esperienza… grazie Giuseppe per averla ricordata in modo così efficace!
Grande esperienza, grandi personalità, fermento di idee.
Grazie Letizia per il tuo commento che non posso che condividere con l’autrice dei testi sull’architettura di questa serie di articoli, nonché autrice del blog Arch’ivio.