11 marzo 1851 – La donna è mobile

La donna è mobile e io mi sento mobiliere…
Totò nel film Un turco napoletano

[…]  E l’effetto c’è quanto a musica nel Rigoletto, e più che dall’immaginazione lo seppe trarre il Verdi dalla sua nuova maniera d’accompagnare il canto, piana, ricca d’ingegnosi passaggi, non disunita da armonie imitative. Indietreggiando al semplice, pare che egli stesso abbia veduto che la potenza delle trachee e de’ polmoni non è da continuar a seguirsi. Si discostò dal suo stile finora usato, e con semplici arie, duetti, terzetti e quartetti, in luogo dei grandiosi pezzi d’unione, di aironi, di finali clamorosi, tentò di addolcire l’udito degli ascoltanti e vi riuscì. […]

Tra i vari giudizi dei critici del periodo sul Rigoletto di cui va in scena la prima rappresentazione l’11 marzo 1851 al Teatro la Fenice di Venezia ho riportato parte dell’articolo di Francesco Gamba pubblicato il 15 marzo 1851 sul giornale Il Vaglio di Venezia pochi giorni dopo la prima rappresentazione.
Insieme ad accenti critici sulla trama, sul deprecabile comportamento attribuito a un “sovrano”, cioè il duca di Mantova impenitente donnaiolo, il critico coglie le grandi novità presenti nella nuova opera di Giuseppe Verdi.

***

E siccome oggi è la ricorrenza della mia opera preferita ho ascoltato l’edizione diretta da Richard Bonynge, con Luciano Pavarotti nella parte del Duca di Mantova, Joan Sutherland nella parte di Gilda e Sherril Milnes in quella di Rigoletto.

6 Responses to 11 marzo 1851 – La donna è mobile

  1. laulilla ha detto:

    La limpida ed elegante voce di Pavarotti, infatti, sembra adeguarsi perfettamente alle osservazioni del critico: “pare che egli stesso abbia veduto che la potenza delle trachee e de’ polmoni non è da continuar a seguirsi”. L’interpretazione è quanto mai sobria, a tutto vantaggio dell’ascolto. L’udito di chi fruisce è pienamente addolcito!

  2. zerogravity ha detto:

    e poi il Rigoletto è “unico” 🙂 notte art

Scrivi una risposta a laulilla Cancella risposta